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A&A Architettura Ambiente - Call for papers

A&A Architettura Ambiente

Rivista scientifica diretta da Roberto A. Cherubini

 

Gli elefanti bianchi

Grandi eventi e rigenerazione urbana. Paris Olimpique 2024

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Si è sostenuto da più parti che le Olimpiadi di Roma del 1960, giusto poco più di 60 anni fa, siano state le ultime a impiantare ragionevolmente il massimo evento sportivo globale in un corpo urbano esistente senza caricarlo di ipoteche per il futuro, anzi contribuendo a dare a quel futuro una forma e una identità.

Il mondo era diverso 60 anni fa e Roma possedeva una eredità da spendere derivante da un territorio storico unico nel suo genere, da un grande investimento sportivo al Foro Italico di poco meno di trent’anni prima, da una esposizione universale mai realizzata nel 1942.

Tuttavia riferirsi a quell’esempio virtuoso di un Paese all’inizio del suo miracolo economico che si attrezza adeguatamente con pochi mezzi a disposizione potrebbe essere oggi di grande utilità quando una olimpiade torna in una grande città cosmopolita cento anni dopo la sua prima presenza.

Parigi 1924 - Parigi 2024.  Quanto è cambiata Parigi? Quanto sono cambiate le Olimpiadi da allora?

Parigi 2024 sarà l’ennesimo “elefante bianco”: il grande evento che, chiusi i cancelli, lascia la città con un pesante debito sulle spalle e molte cicatrici irrisolte nel suo tessuto urbano e nella sua forma architettonica? Nella storia recente le “città olimpiche” hanno maturato diverse eredità e differenti lasciti.

Atene dieci anni più tardi lascia un deserto di impianti sportivi non più utilizzabili alle sue spalle; dieci anni più tardi Rio de Janeiro fallisce gran parte dei suoi obiettivi di trasformazione; Londra imbocca la via della sostenibilità ma è il primo tentativo. Barcellona ha invece scelto le Olimpiadi nel 1992 per lanciare la rigenerazione del suo fronte mare, una operazione di grande respiro che sta ridefinendo l’assetto della città contemporanea. Parigi nel 2024 riuscirà a diventare un modello? E quali le strategie per i prossimi grandi eventi?

I Giochi Olimpici sono proposti come tassello e acceleratore per la costruzione della Grand Paris del 2050 e le basi sono già solidamente poste. Reinventare la Senna come asse strutturante pare una strategia praticabile. La tattica è quella di ripensare radicalmente la mobilità. I luoghi sono St. Denis, Ile st. Denis, St. Ouen, territori dal ricco di passato industriale non ancora integrati alla metropoli parigina.

La legge nazionale del 26 marzo 2018 facilita la realizzazione dei progetti attraverso procedure ad hoc.

Gli edifici sono per il 95 % già esistenti o temporanei, solo il 5% sono nuove architetture.

La stazione Pleyel di Kengo Kuma; il villaggio atleti di Dominique Perrault; il centro acquatico Olimpique; Zac

Saulnier; il villagio dei Media Dugny-La Courneuve-Bourget.

  

La proposta di questa call non è rivolta solo alle Olimpiadi 2024. E’ diretta a tratteggiare una evoluzione praticabile delle forme fisiche dei grandi eventi per il prossimo futuro. Un forzato momento di pausa nella costruzione di elefanti bianchi è indispensabile. Ma quali sono davvero le immagini e le idee in emersione?

Termine per la presentazione degli articoli di 8000 battute/5 immagini formato minimo 7,5 b x 11,5 h 300 dpi ai curatori di questo numero (alessandra.decesaris@uniroma1.it, federico.desideri@uniroma1.it; donatella.scatena@uniroma1.it) è fissato per il 30 luglio 2023.

Tutti gli articoli saranno sottoposti a single blid-review.

 

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